Depressione
“Ciò che per il bruco è la morte, il resto del mondo lo chiama farfalla”
(Lao Tze)
Emil Cioran scrisse: «la rinuncia è un piccolo suicidio quotidiano».
Ed è proprio la rinuncia la caratteristica fondamentale di tutte quelle persone che si sentono insoddisfatte della propria vita e ad un certo punto tirano i remi della loro esistenza, lasciandosi trasportare dagli eventi della vita senza più reagire.
La depressione è considerata, a torto o a ragione, il male del secolo, e ne soffre l’8-10% di persone con disturbi psicologici.
Può essere causata da un evento critico reale o ideativo. In altre parole, la depressione può venire a seguito di un lutto, una perdita, un insuccesso personale o professionale, o ancora una malattia con effetti a lungo termine. Spesso è il risultato di un’altra patologia sottostante per cui la persona può aver combattuto per anni contro un disturbo d’ansia o un qualsiasi altro disturbo psicologico, senza riuscire a superarlo, tanto da aver esaurito le sue risorse per poi decidere di smettere di lottare.
Per curare la depressione, spesso si deve giunge al vero nocciolo del problema, nascosto dai sintomi depressivi e per tale motivo è importante individuare e scardinare il sistema percettivo reattivo sottostante.
Nella logica della Terapia Strategica, il sistema percettivo reattivo è il modo con cui la persona percepisce e reagisce agli accadimenti della vita. Spetta al terapeuta ridefinirlo e modificarlo verso un nuovo modo di agire e percepire la realtà più funzionale alla persona.
In particolare la persona depressa diventa vittima di se stesso, degli altri e del mondo, lamentandosi continuamente.
Rinuncia a svolgere le normali attività quotidiane lavorative o ludiche, incastrandosi nella trama delle proprie tentate soluzioni. Questi tentativi non solo diventano fallimentari, ma imprigionano la persona in un meccanismo ridondante e disfunzionale che lo porta a delegare, quanto più possibile, ad altri lo svolgimento delle proprie attività, o pretendere che gli altri le svolgano perché impossibilitato dal proprio stato psicologico.
Inoltre la persona depressa da vittima diviene il primo aguzzino, non solo di se stesso ma anche dei propri cari che vengono così tenuti in ostaggio dal disturbo.
La terapia strategica osserva la depressione da un punto di vista pragmatico, individuandone il funzionamento e mettendo a punto tecniche e strategie studiate e modellate ad hoc per ogni singolo caso specifico.
Il depresso vede il buio in fondo alla scala. Noi dobbiamo cambiare il suo punto d’osservazione facendogli rivedere la luce sulla scala.
La psicologa e psicoterapeuta, dott.ssa Rachele Falcone, opera nelle città di Foggia, Termoli, Apricena e San Severo e tratta le tematiche relative alla depressione.
La psicoterapia breve strategica adotta delle particolari modalità di intervento che forniscono strumenti concreti e risultati tangibili in poche sedute. Chi fosse interessato, mi contatti in uno dei modi descritti nell’apposita pagina contattami.